LE MIE PAROLE - IL MIO ARTICOLO

Torna indietro →


editorialepubblicato su: LE FATE ANNO III N.1 | gennaio-febbraio 2015
C’è nell’aria una lieve brezza primaverile. A tratti si bagna, poi c’è il sereno….forse ancora un po’ di freddo, la sera, ma il fiore del mandorlo non lo freghi più: c’è e lì rimane! il manto di acetosella che rallegra di giallo i campi ancora incolti, ti incoraggia a pensare che l’inverno stia per sloggiare.
La stagione invernale della nostra amata rivista è durata più del solito. Si sono infreddoliti, quasi gelati gli ingranaggi che, da circa tre anni, ci hanno portato nelle edicole e nelle vostre case con cadenza bimestrale. Il deserto culturale del sud Europa, che la Sicilia paga sempre con interessi triplicati rispetto al resto del mondo…misto ad una dilagante paura (reale, indotta ad hoc…) della gente, degli operatori culturali, degli sponsor, delle aziende…ci hanno obbligati ad una pausa forzata. Per la verità il progetto LE FATE ha continuato su altri fronti e con altri strumenti: la musica live, le rassegne letterarie, gli incontri di varia umanità al gusto di caffè. Ma quanto sa di sale…non riuscire a trovare le parole giuste per rispondere ai nostri redattori, al nostro pubblico di lettori, a tutti i nostri sostenitori “ma si riprende?” “…e quando potremo leggervi?” “il prossimo mese?”.
Eccoci! Anche se cambia leggermente la formula distributiva; alla rivista nelle edicole, subentra un magazine in rete e in molte librerie della Sicilia. C’è sempre il formato cartaceo che si può acquistare in quei luoghi splendidi, quasi sacri, che sono le librerie del nostro territorio; e c’è la nuova possibilità di un veloce download da internet, per una lettura più immediata su tutti i dispositivi portatili e desktop.
Per un certo periodo abbiamo vissuto come i pastori di un presepe, in attesa di un segno, nuovo, lucente, incoraggiante. Una stella che ci indicasse la via. Nel tempo che viviamo, credo che l’attesa sia il tratto distintivo dei nostri giorni. Si attende il posto di lavoro, il grande amore, la dieta miracolosa, la domenica. Questo lunga e interminabile vigilia, questo sabato che sembra non finire mai ci sta sfiancando, paralizzandoci.
Noi, da incoscienti e sognatori che siamo, ci mettiamo in cammino e già qualcuno ci sta seguendo. Abbiamo compreso che i passi che mettiamo uno avanti all’altro sono infinitamente più importanti della meta che raggiungeremo. La Stella ci indica la bellezza, la disponibilità, la cura per le cose e le persone, l’amore per la nostra Terra e la nostra tradizione, per la buona Musica e l’ottima cucina, per l’Arte e la Letteratura. La seguiremo fino a consumarci i calzari. Da qualche parte giungeremo, se non altro andremo incontro da vivi alla Primavera.

Scarica il formato originale dell'articolo title=  


Torna indietro →

Rivista LE FATE

Sono stato coinvolto in questa avventura editoriale da Alina Catrinoiu, una ragazza rumena che ha scelto la Sicilia come sua patria d’elezione. Mi ha convinto dell’esigenza di mettere per iscritto e in buona grafia i nostri pensieri, i sogni, le visioni. Noi che, insieme a tanti altri, abbiamo deciso per la nostra Isola, non l’amore incondizionato, irrazionale, fanatico, nostalgico-folk, ma il rispetto per la memoria, il territorio, la cultura e le persone. Abbiamo messo insieme una squadra di donne e uomini (molte di più le donne, per la verità…qui c’è una quota azzurra che andrebbe sostenuta…), organizzati per macro-aree, la musica, l’arte, la letteratura, il cinema, la fotografia, la cultura d’impresa…e abbiamo dato forma grafica ai nostri desideri, alle nostre parole. Ho scelto il nome de Le Fate perché sono caratterialmente attratto dal mondo invisibile e dai suoi significati, e perché sono alla ricerca di quel mondo che a volte vedo distintamente. A volte appena sopra l’orizzonte, a volte sotto i nostri piedi. In ogni paese del mondo c’è un regno delle Fate, fra le pareti delle antiche caverne dimora di monaci bizantini…. o sulle ali delle farfalle che planano sulle zagare degli aranci in primavera; tra i labirinti di luce di un antica masseria con le finestre ferite dal vento o sulle lingue di fuoco che ardono nei rosari delle donne in preghiera. Nelle rime di una filastrocca urlata dai carusi per la strada, o nei sospiri di una ninna-nanna a una picciridda ccu l’occhi sbarati tanti che non vuole dormire Oggi le abbiamo dimenticate, ma non per questo Le Fate non esistono. Soltanto i sogni, talvolta, ne danno testimonianza. Nello stato di semi-coscienza tornano a popolare i nostri pensieri, ci consolano, leniscono le ferite del giorno con le loro carezze. Ma riappaiono anche ad occhi aperti, quando la fervida speranza nella nostra memoria le svela da un arcaico silenzio; e allora ecco che languide melodie si librano, se le sai ascoltare, intonate dal sospiro del loro volto pallido. Non aver paura, non aggrottare le tue ciglia, non porti inutili domande; accoglile senza remore. Loro sono delicate e molto discrete, potrebbero fuggire per non tornare mai più.

Maggiori info