Devo raccogliere le margherite | pubblicato su: IN OUT - La lista della spesa | maggio 2007 |
è tempo di raccogliere fiori dal mio giardino>>>
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Devo farmi le canne | pubblicato su: IN OUT - La lista della spesa | giugno 2007 |
Devo fare le canne. Non devo proprio scordarmi di fare le canne. Sennò si affloscia, non riesce ad alzarsi bene. Se la infili a tempo giusto e lei trova la giusta temperatura e umidità, allora vedrai come comincia a venire su che è uno spettacolo. La piantina di pomodoro in questo periodo è rigogliosa e trabocca di piccoli fiori. Cresce tantissimo, ... | |
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Devo ricordare di andare dal mio amico Melo | pubblicato su: IN OUT - La lista della spesa | luglio 2007 |
Devo ricordarmi di andare a trovare il mio amico Melo Il mio amico Melo mi insegna tante cose belle; ma lui non lo sa, ha di meglio da pensare. Vive sempre in campagna; con le sue pecore, sette capre e tre cani. In paese viene raramente; e quando lo fa, a stento lo si riconosce; l’abito della festa non gli si addice per niente; noi siamo abituati a ... | |
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Ricordo di Corrado Sofia | pubblicato su: IN OUT - Origini | dicembre 2007 |
“Sono nato a Noto nella provincia di Siracusa il 22 settembre del 1906. Mio padre si chiamava Antonio Sofia, mia madre Lina Fiaccavento. Mio padre medico si era laureato a Napoli, mia madre donna severa con i figli, a volte era tenerissima. Sono stato sempre innamorato di mia madre attraverso la quale ho imparato ad amare le donne che per me sono qual... | |
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Le anime mute | pubblicato su: IN OUT - La lista della spesa | gennaio 2008 |
Alle anime mute l’amore bisogna insegnarlo, come ai bambini si insegna a parlare. Dai, ripeti insieme a me, lentamente, ti a-mo. Ancora, ti aaaaa-moooo. Ecco così, da bravo; anche se non è vero, anche se non ci credi; ancora, l’ultima volta, io ti aaa-mooo. Dai, più forte; urlalo. Le anime mute hanno difficoltà a pronunciare alcune frasi, tipo: ... | |
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Quinto non ammazzare | pubblicato su: IN OUT - La lista della spesa | febbraio 2008 |
Quell’amore sanguinava come un agnello sgozzato su un freddo tavolo di marmo. Loro ora lo osservavano impietriti, come paralizzati, indifferenti dinanzi alla morte, con i cuori e le mani sporchi di sangue. I grandi occhi lucidi di quell’animale ferito imploravano pietà; ma nessuno dei due ascoltava, si impietosiva. Con il volto chino sui propri pen... | |
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![]() Sono stato coinvolto in questa avventura editoriale da Alina Catrinoiu, una ragazza rumena che ha scelto la Sicilia come sua patria d’elezione. Mi ha convinto dell’esigenza di mettere per iscritto e in buona grafia i nostri pensieri, i sogni, le visioni. Noi che, insieme a tanti altri, abbiamo deciso per la nostra Isola, non l’amore incondizionato, irrazionale, fanatico, nostalgico-folk, ma il rispetto per la memoria, il territorio, la cultura e le persone. Abbiamo messo insieme una squadra di donne e uomini (molte di più le donne, per la verità…qui c’è una quota azzurra che andrebbe sostenuta…), organizzati per macro-aree, la musica, l’arte, la letteratura, il cinema, la fotografia, la cultura d’impresa…e abbiamo dato forma grafica ai nostri desideri, alle nostre parole. Ho scelto il nome de Le Fate perché sono caratterialmente attratto dal mondo invisibile e dai suoi significati, e perché sono alla ricerca di quel mondo che a volte vedo distintamente. A volte appena sopra l’orizzonte, a volte sotto i nostri piedi. In ogni paese del mondo c’è un regno delle Fate, fra le pareti delle antiche caverne dimora di monaci bizantini…. o sulle ali delle farfalle che planano sulle zagare degli aranci in primavera; tra i labirinti di luce di un antica masseria con le finestre ferite dal vento o sulle lingue di fuoco che ardono nei rosari delle donne in preghiera. Nelle rime di una filastrocca urlata dai carusi per la strada, o nei sospiri di una ninna-nanna a una picciridda ccu l’occhi sbarati tanti che non vuole dormire Oggi le abbiamo dimenticate, ma non per questo Le Fate non esistono. Soltanto i sogni, talvolta, ne danno testimonianza. Nello stato di semi-coscienza tornano a popolare i nostri pensieri, ci consolano, leniscono le ferite del giorno con le loro carezze. Ma riappaiono anche ad occhi aperti, quando la fervida speranza nella nostra memoria le svela da un arcaico silenzio; e allora ecco che languide melodie si librano, se le sai ascoltare, intonate dal sospiro del loro volto pallido. Non aver paura, non aggrottare le tue ciglia, non porti inutili domande; accoglile senza remore. Loro sono delicate e molto discrete, potrebbero fuggire per non tornare mai più. |