LE MIE PAROLE - IL MIO ARTICOLO

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Editoriale II num.pubblicato su: LE FATE | Luglio - Agosto 2012
Quando in un'isola imbocchi la giusta strada, lasciandoti il mare alla tua destra, pur andando sempre avanti nella stessa direzione, ad un certo punto del cammino, fatalmente, ritomi al punto di partenza. Correre avanti per ritomare... e più corri e prima torni indietro.
É l’incanto della Fata delle Isole, e piú semplicemente un aspetto del vivere su un catino di terra, un anello di rocce emerse dal mare. Puoi abbattere la dimensione lineare del tempo in favore di una circolaritá dove, prima o poi, tutto ritoma. Sara questa una delle cause di tanta indifferenza e diffidenza della mia gente verso il nuovo, verso il sospirato cambiamento; seduti nelle carrozze, o in groppa ai cavallucci immobili di questa lenta ma inesorabile giostra della storia li abbiamo visti transitare tutti, i miti e gli ideali, le temute corone dei governanti e le promesse mai mantenute dei capipopolo, le lusinghe dei politicanti e gli inganni delle chiese. E di tutti abbiamo annotato nella nostra me¬moria ascesa, gloria e declino: Sunnu mill'anni ca 'sta musica nun can¬cia, no! Talvolta, se si é fortunati, a tornare é anche il dubbio; quella in¬sana condizione del pensiero che insinua il sospetto: ma li abbiamo veramente visti tutti questi transiti o abbiamo solo creduto di vederli? Siamo veramente preda di un mendace incantesimo, o 'u megghiu an¬cora ha véniri? Per gli inguaribili teatranti che siamo, figli di Eschilo e Cicciu Busacca, di Gorgia e Angelo Musco, eterni personaggi in cerca di autore... é possibile che ci siamo ve¬ramente inventati tutto: il tempo va dritto per la sua strada e niente tor¬na, se non l'incessante bisogno di bellezza eterna.
Tra mille dubbi giungiamo al secondo numero di questa aventura editoriale. Una piccola certezza: l’immenso desiderio di ringraziarvi di cuore per il favore accordatoci al¬la prima uscita. Per la redazione, i collaboratori e l'editore é stato sor¬prendente scoprire quanto grande sia il mondo delle Fate.

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Rivista LE FATE

Sono stato coinvolto in questa avventura editoriale da Alina Catrinoiu, una ragazza rumena che ha scelto la Sicilia come sua patria d’elezione. Mi ha convinto dell’esigenza di mettere per iscritto e in buona grafia i nostri pensieri, i sogni, le visioni. Noi che, insieme a tanti altri, abbiamo deciso per la nostra Isola, non l’amore incondizionato, irrazionale, fanatico, nostalgico-folk, ma il rispetto per la memoria, il territorio, la cultura e le persone. Abbiamo messo insieme una squadra di donne e uomini (molte di più le donne, per la verità…qui c’è una quota azzurra che andrebbe sostenuta…), organizzati per macro-aree, la musica, l’arte, la letteratura, il cinema, la fotografia, la cultura d’impresa…e abbiamo dato forma grafica ai nostri desideri, alle nostre parole. Ho scelto il nome de Le Fate perché sono caratterialmente attratto dal mondo invisibile e dai suoi significati, e perché sono alla ricerca di quel mondo che a volte vedo distintamente. A volte appena sopra l’orizzonte, a volte sotto i nostri piedi. In ogni paese del mondo c’è un regno delle Fate, fra le pareti delle antiche caverne dimora di monaci bizantini…. o sulle ali delle farfalle che planano sulle zagare degli aranci in primavera; tra i labirinti di luce di un antica masseria con le finestre ferite dal vento o sulle lingue di fuoco che ardono nei rosari delle donne in preghiera. Nelle rime di una filastrocca urlata dai carusi per la strada, o nei sospiri di una ninna-nanna a una picciridda ccu l’occhi sbarati tanti che non vuole dormire Oggi le abbiamo dimenticate, ma non per questo Le Fate non esistono. Soltanto i sogni, talvolta, ne danno testimonianza. Nello stato di semi-coscienza tornano a popolare i nostri pensieri, ci consolano, leniscono le ferite del giorno con le loro carezze. Ma riappaiono anche ad occhi aperti, quando la fervida speranza nella nostra memoria le svela da un arcaico silenzio; e allora ecco che languide melodie si librano, se le sai ascoltare, intonate dal sospiro del loro volto pallido. Non aver paura, non aggrottare le tue ciglia, non porti inutili domande; accoglile senza remore. Loro sono delicate e molto discrete, potrebbero fuggire per non tornare mai più.

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